Sindacato dei Marittimi
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Messina: Messina: "Costretti ad assumere marittimi stranieri"

Pubblicata il 10.05.2007

 

Genova. "Se ci rivolgiamo ai marittimi stranieri non e' per una questione di costi: e' che quelli italiani mancano. Ce ne fossero di piu', li occuperemmo, anche perche' la loro professionalitae' ancora tra le migliori al mondo". Cercasi disperatamente marittimi italiani: il boom della flotta nazionale verificatosi negli ultimi anni e che tutt'ora non accenna a diminuire (tra il 2007 e il 2010 dovrebbero entrare in servizio altre 225 unita che aggiungono oltre 6 milioni di tonnellate di stazza lorda alla nostra flotta), ha moltiplicato la domanda di lavoro delle aziende armatoriali. L'offerta non sempre riesce a stare al passo. Secondo gli ultimi dati Confitarma disponibili, che pero' si riferiscono a fine 2005, i posti di lavoro a bordo della flotta italiana sono 27.450, di cui 17.950 coperti da marittimi italiani ed europei, 9.500 da personale non europeo. Su tali posti ruotano 35.600 marittimi.
La flotta pero' continua a crescere,e allora bisogna accelerare sulla strada della formazione: "Allo Stato non chiediamo soldi, non chiediamo contributi. Ma servono regole e leggi chiare, e formazione". Stefano Messina, vicepresidente di Confitarma, gia a capo del Gruppo Giovani e a buon diritto considerato uno dei "papa" dell'Accademia della Marina mercantile italiana di Genova inaugurata a novembre del 2005 e oggi guidata dalla direttrice Daniela Fara, in questi mesi e' impegnato a discutere con le organizzazioni sindacali del rinnovo del contratto collettivo ("contiamo di chiudere a breve, ci sono ancora delle divergenze ma siamo convinti di trovare presto un accordo").
La necessita di spingere sulla formazione, pero', rimane per Messina una bussola irrinunciabile: "L'Accademia di Genova, frequentata ad oggi da 200 allievi, e' certamente l'iniziativa nel campo della formazione piu' visibile. Ci fu un lungo lavoro preparatorio della delegazione genovese di Confitarma, sulla determinante idea del comandante Dino Emanuelli, dell'allora comandante del porto di Genova Ammiraglio Raimondo Pollastrini e l'apporto politico delle istituzioni, la Provincia in testa a tutti, con il presidente Sandro Repetto. A febbraio 2008 avremo i primi diplomati. Pero' servono regole certe".
A preoccupare e' il ritardo con cui il governo sta procedendo all'emanazione del decreto attuativo che regola i requisiti per poter sostenere l'esame di ufficiale di coperta e di macchina. Non solo: in un'ultima bozza si parla di un periodo di tirocinio per gli ufficiali di macchina di 24 mesi, misura che metterebbe a rischio il lavoro dell'Accademia, ad ora calibrata su 12 mesi di tirocinio: "Inoltre e' una scelta - avvisa Messina - che provocherebbe la conseguente scelta da parte degli armatori italiani di rinunciare definitivamente ad avere a bordo ufficiali di macchina italiani a vantaggio di allievi stranieri che completano il percorso formativo con 12 mesi di navigazione come previsto dalla normativa internazionale".
La via di uscita, propone Messina, e' una collaborazione piu' stretta tra istituzioni e Accademia al momento di fissare le regole per la formazione: "L'Accademia ha oramai una sua struttura definita, puo' diventare il centro nazionale di promozione e coordinamento per la formazione del settore".
Un motore, insomma, che puo' aiutare il governo a fissare i paletti e a coordinare le diverse iniziative sul territorio, molte promosse sempre sotto l'ala di Confitarma, come la scuola dei cuochi di Napoli insieme alla Anpan (Associazone nazionale provveditori e appaltatori di bordo) e la convenzione, sempre nella citta partenopea, con l'universita Parthenope, che sara firmata proprio oggi a Napoli per effettuare un corso universitario di laurea di primo livello in scienze nautiche. Ma in agenda ci potrebbero essere nuovi sviluppi, anche in altre citta' italiane: "L'importante, pero' - chiarisce Messina - e' mantenere un buon coordinamento, e l'Accademia di Genova a buon diritto puo' svolgere questo ruolo".
Samuele Cafasso

Fonte: Il Secolo XIX

 

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