
Accademia e Tonnage Tax. Cosa li lega?
Pubblicata il 31.08.2007
In molti ci domandano "cosa è la Tonnage Tax, e perché influenza l′attività dell′Accademia?"
Ora spiegare bene tutto ciò che la Tonnage Tax stabilisce è impresa complessa, ma vediamo di darne almeno una spiegazione e definizione.
La Tonnage Tax ha la finalità di permettere il rilancio dell′industria marittima comunitaria che negli ultimi anni ha subito danni dall′agguerrita concorrenza di Paesi terzi. Questa grave crisi del settore, ha portato come conseguenza la diffusione del "flagging out", cioè il passaggio delle navi da una bandiera nazionale ad alto costo ai registri "open", più competitivi sul piano dell′attività armatoriale e meno vincolati alle norme e procedure che disciplinano nei registri tradizionali gli aspetti fiscali e societari, gli standard di sicurezza e la scelta degli equipaggi delle imprese di navigazione. L′Unione europea nel "Libro bianco 2002" ha riconosciuto che l′unico modo per assicurare il ritorno, sotto bandiera comunitaria, del massimo numero possibile di navi è la tassazione commisurata al tonnellaggio. Ha praticamente introdotto misure fiscali finalizzate ad agevolare le imprese marittime. Questo a condizione che ci siano però presupposti, come la distinzione tra attività marittime e commerciali, la riferibilità delle agevolazioni soltanto alle attività di trasporto marittimo e a quelle connesse, la stretta correlazione tra l′impresa e la bandiera dello Stato comunitario. Cioè, ha indicato agli Stati membri, la via di una agevolazione fiscale verso le imprese marittime purché esse si adeguassero ad alcune regole.
La tonnage tax è una metodologia di risoluzione forfettaria basata sul tonnellaggio delle imprese armatoriali. Si hanno due tipi di calcolo. Il primo, fa riferimento all′imponibile, cioè le società di navigazione sono tassate in base ai proventi che ogni singola nave è in grado di produrre e non ai profitti conseguiti dalla flotta. Il secondo, fa invece riferimento all′imposta, e il calcolo dell′imposta è direttamente proporzionale al tonnellaggio, cioè alla stazza della nave che permette di svolgere l′attività mercantile e all′età dell′imbarcazione. Da questo si capisce che ogni nazione ha scelto come base una delle due possibilità. Ad esempio gli inglesi adottano la prima mentre la Norvegia la seconda metodologia. Il metodo scelto dall′Italia è simile a quello Olandese, in poche parole il reddito imponibile in via forfettaria e unitaria e calcolato sulla base del reddito giornaliero di ciascuna nave con determinati requisiti e la scelta per la tonnage da parte dell′armatore è irrevocabile per dieci esercizi sociali e può essere rinnovata.
Ora capita la base di principio della Tonnage Tax, perché questa viene richiesta a gran voce dall’Accademia? Bene il concetto è semplicissimo. Per avere queste agevolazioni abbiamo detto che gli armatori devono soddisfare alcuni requisiti, tipo avere bandiera comunitaria. Tra questi requisiti c’è il dover imbarcare allievi ufficiali. E’ chiaro quindi che all’Accademia, che deve far fare necessariamente ai suoi allievi 12 mesi di navigazione, questo aspetto interessa molto.
Quello che troviamo strano, è solamente una cosa. Se l’Accademia fosse stata istituita solamente dallo Stato si poteva anche capire che questa avesse problemi a far imbarcare allievi e quindi chiedesse a gran voce la Tonnage Tax. Ma visto che è sostenuta da moltissime compagnie (solo Messina e Grimaldi superano 50 navi) dove è il problema? Insomma al Presidente dell’Accademia, cosa interessa se l’armatore non gode di agevolazioni fiscali se comunque imbarca allievi ufficiali? Se gli armatori hanno appoggiato l’Accademia senza fini particolari, questi imbarcheranno gli allievi anche senza ulteriori aiuti dallo Stato, no?. C’è poi da dire, che se lo Stato aiutasse queste compagnie perché in difficoltà ben venga, anche noi SDM aiuteremmo l’armamento italiano, ma è proprio CONFITARMA che invece vanta un cluster marittimo in continua crescita e senza problemi. Chiedere aiuti quando tutto va bene! E l’Alitalia che deve fare allora? Per concludere. Che l’Accademia godrà anch’essa della Tonnage Tax è comprensibile, ma che questa, o meglio che il suo futuro è legato a questa legge, ci mette dubbi. Si, perché vista la presenza massiccia dell’armamento al suo interno, l’unico motivo per cui l’Accademia potrebbe fallire per la mancata applicazione della Tonnage Tax, sarebbe l’abbandono da parte dell’armamento del progetto. Insomma se il futuro dipende dalla Tonnage Tax si dice chiaramente che senza questa gli armatori si tireranno indietro non garantendo più imbarchi all’Accademia, e detta così sembrerebbe una pressione. Se invece non è una pressione, probabilmente si dovrebbe sapere meglio come questa Accademia è nata, cioè su quali basi e accordi, perché è chiaro che qualcosa sta minando questo progetto e non è la mancata applicazioni di leggi tanto richieste a gran voce. Sulla brochure dell’Accademia c’è una bella lista di compagnie, che se manterranno quanto promesso, non ci saranno problemi per questo istituto di formazione, semmai i poveri armatori continueranno a pagare le tasse senza agevolazioni, e questo ripetiamo non è un problema dell’Accademia. Non vogliamo credere che i vertici dell’Accademia non sappiano che in altre Nazioni, dopo un piccolo picco iniziale di aumento di allievi, poi tutto è tornato come prima, mostrando chiaramente un unico, seppur importante, risultato: il ritorno alla bandiera comunitaria (nazionale). Per capire meglio che questa Tonnage Tax non sarà la cura di tutti i mali leggete questo articolo
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