Sindacato dei Marittimi
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Lettera di un marittimo al Presidente della RepubblicaLettera di un marittimo al Presidente della Repubblica

Pubblicata il 16.02.2013

 

Quella che sotto potete leggere, è una lettera che un marittimo ci ha inviato per mail, e che ha inviato al Presidente della Repubblica e altre associazioni. Non diamo alcun giudizio nel merito, ma è giusto dare pubblica diffusione, sperando che si voglia riflettere su cosa i media vogliono far credere alla massa e quale sia invece la realtà del settore marittimo

 

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On.le PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA
On.le PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

 
p.c. 
FEDERAZIONE DEL MARE
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E INNOVAZIONE MINISTERO DELLE PARI OPPORTUNITA’ RAPPORTI CON IL PARLAMENTO
POLITICHE EUROPEE
RIFORME PER IL FEDERALISMO SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA
RAPPORTI CON LE REGIONI E PER LA COESIONE TERRITORIALE
ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA DI GOVERNO
GIOVENTU’
TURISMO AFFARI ESTERI INTERNO GIUSTIZIA DIFESA
ECONOMIA E FINANZE SVILUPPO ECONOMICO
POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALE AMBIENTE,TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
LAVORO E POLITICHE SOCIALI ON.LE BRUNETTA
CGIL CISL UIL UGL USB ORSA
USLAC-UNCDIM COLLEGI CAPITANI
SEGRETARI DI TUTTI I PARTITI POLITICI
 
Esimio Sig. Presidente,
mi rivolgo a Lei per chiederLe ,cortesemente, di essere edotto affinche’ possa
essermi cancellata la cittadinanza italiana perche’ solo cosi’ potro’ beneficiare di un’altra cittadinanza “di comodo” che mi permetta di imbarcare. Mi scuso,Esimio Presidente se non mi sono presentato prima.Mi chiamo R. P. ,abito a Torre del Greco e cercavo di portare avanti la famiglia con
uno dei lavori piu’ antichi del mondo :l’andare per mare. Ho bussato a centinaia di porte ma quasi tutti mi hanno risposto che era meglio lasciar perdere in quanto un posto da mozzo sulle navi non l’avrei mai trovato perche’…..il mio posto era stato preso da extracomunitari.Ho cercato loro di spiegare che io non volevo guadagnare niente in piu’ di quanto i signori Armatori offrono ad un extracomunitario ,anzi mi accontentavo anche di qualcosa in meno ,ma mihanno risposto che non capivo un bel niente,per loro io ero un italiano e pertanto dovevano per forza di cose imbarcare un extracomunitario……..
Esimio Sig. Presidente mi rivolgo a Lei affinche’ possa cortesemente darmi una mano perche’ vede,solamente la sua bonta’ nel togliermi la cittadinanza italiana puo’ farmi tornare il sorriso sulle labbra. In un momento cosi’ triste per la nostra economia non chiedevo, penso, la luna nel voler competere alla pari con la paga di un extracomunitario ,forse addirittura qualcosina in meno e senza per questo fare la famosa “guerra dei poveri “ in quanto pure io ho il diritto ,come loro del resto, a mettere un piatto caldo in tavola…..nella mia terra o per meglio dire ex terra……….perche’ sono fiducioso che Lei possa accogliere la mia domanda.Togliendomi la cittadinanza Lei fara’ di me l’uomo piu’ felice del mondo in quanto potro’ finalmente imbarcare su qualche nave perche’ proponendomi nelle “vesti” di  “filippino” avro’ solamente l’imbarazzo della
scelta e quindi potro’ anche io mettere un piatto caldo in tavola; e poi Lei Esimio Presidente cosa se ne sarebbe fatto di un connazionale della mia specie?? Avrebbe dovuto mantenermi per tutta la vita nel caso mi fossi ammalato e
avrebbe dovuto curarmi,nel caso invece avessi pensato di “delinquere” avrebbe dovuto mantenermi in carcere a mangiare e bere e comunque anche escludendo le due cose sarei stato un peso “morto” per l’intera collettivita’.
Con l’istituzione del doppio “Registro Internazionale” si e’ cercato di colmare un vuoto o per meglio dire adeguare la normativa italiana rispetto a quella europea in quanto i signori Armatori lamentavano, rispetto ai pari colleghi europei , maggiori oneri anche fiscali tralasciando pero’……aspetti “ secondari” quali quelle che l’istituzione del Doppio Registro avrebbe avuto consegue nze negativissime come il venir meno dell’obbligo di imbarcare marittimi italiani nonche’ ancora un provvedimento sulla cui base si prevedeva che la retribuzione dei lavoratori non appartenenti all’unione europea potesse essere diversa a quella dei marittimi appartenenti a paesi membri. Il disegno di legge si componeva insomma di due blocchi di norme fondamentali : 1) porre le navi italiane che maggiormente subivano la concorrenza di quelle straniere in una situazione di parita’ di condizioni per i costi di gestione 2) misure volte a
ridurre il costo del lavoro a bordo.Le Organizzazioni sindacali a cui spettavano stabilire le condizioni economiche minime, salariali ed assicurative, nel rispetto dei limiti internazionalmente stabiliti non si sa esattamente che ruolo abbiano avuto in tutto cio’…….
Insomma Esimio Sig. Presidente la solita “Italietta” con
leggi,norme,provvedimenti che possano soddisfare gli imprenditori a discapito
di noi poveri lavoratori che nel caso come il mio non chiedevano altro che essere inquadrati con la stessa retribuzione di un extracomunitario.
Sulla base degli articoli 7 e 8 che prevedevano in particolare,sulla base della contrattazione collettiva di settore,l’imbarco di una quota fissa di marittimi italiani,in conformita’ agli accordi assunti dalle parti sociali e’ stata
puntualmente disattesa……Chi sono gli Organi controllori e cosa hanno o
stanno controllando????
 
Esimio Presidente,non sto puntando il dito contro chichessia,potevo pure accettare una detassazione in favore delle imprese Armatoriali ma perche’ non imbarcarci con le stesse norme salariali di un extracomunitario???

Nel ringraziarLa per la lettura sono fiducioso piu’ che mai che la sua Autorita’ possa farmi perdere la Cittadinanza italiana affinche’ anche io possa trovare collocazione in quel mondo lavorativo che purtroppo il mio status attuale di CITTADINO ITALIANO non mi consente.

Con immensa stima e reverenti Ossequi, Pasquale R.

 

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