Sindacato dei Marittimi
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SDM: l'Europa ci ascolta realmenteSDM: l'Europa ci ascolta realmente

Pubblicata il 23.11.2009

 

E' stato per noi del SDM Sindacato dei Marittimi un privilegio aver partecipato alla Second High Level Stakeholder conference on the Future of Transport a Bruxelles, una giornata di lavori che porterà alla pubblicazione del prossimo Libro Bianco relativo la politica Europea dei trasporti.

 

SDM è stato invitato a prendere parte al gruppo di lavoro che discuteva dei lavoratori: the main actors of tomorrow's transport system, the workers.
Questo gruppo di lavoro era formato da:
Chair: Saïd El Khadraoui - MEP, TRAN Committee, Shadow Rapporteur on “A sustainable future for transport”
Panellists
1) Joël Le Coq - Member of the Executive Committee, ETF (European Transport Workers’ Federation)
2) Roberto Parrillo - President of the Road Transport Section, ETF (European Transport Workers’ Association)
3) Patrick Philippe - Head of IRU Academy (International Road Union)
4) Marc Baumgartner - President and CEO of IFATCA (International Federation of Air Traffic Controllers’ Associations)
5) Mauro Marino - President of Sindicato Dei Marittimi
6) Fernando Menéndez Rexach - President of the Port Authority of Gijón

Nel suo intervento il nostro Presidente ha trattato tre argomenti in particolare: la pirateria, la formazione e le tabelle di armamento.

 

LA PIRATERIA

 

La prima proposta ma questo l’Europa già lo fa, è puramente politica, e cioè sostenere ed aiutare la Somalia ad affrontare la situazione di enorme instabilità che vive. Questa situazione sta favorendo le organizzazioni terroristiche a svolgere le loro attività, e queste hanno utilizzato i pirati per ampliare il loro scenario d’azione, e se vogliamo attirare l’attenzione di tutti sul problema pirateria.
Se è vero che noi Europei dobbiamo aiutare la Somalia, anche per tutelare la nostra economia dei trasporti, dovremmo far si che paesi vicini a quelle zone si unissero a noi in questo compito. Per tale motivo ho parlato di soluzione politica.

 

La soluzione politica necessita di tempo, come del resto tutte quelle azioni mirate a risolvere e non ad arginare il problema. Nel frattempo ci si deve però attivare a salvaguardare il transito in quell’area specifica, ma come?

 

Oggi la presenza militare c’è, ed ha obiettivamente fermato molti attacchi, ma le navi svolgono attività di pattugliamento in un area troppo vasta, con navi che transitano ad ogni momento e da sole. Dobbiamo ottimizzare questo sforzo.
Per farlo occorrerebbe stabilire un corridoio di transito sicuro, dove far procedere le navi mercantili in convogli. Questi possono essere scortati o poiché in tal caso l’area da controllare è stabilita, fissare dei way points presieduti da nave militare lungo tale corridoio.
Chiaramente come fatto notare durante la conferenza, i pirati si sposterebbero. Questo effettivamente può avvenire, ma stabilendo un corridoio abbastanza lungo che porti lontani dalle coste, limiteremmo questo possibile scenario, e tuttavia avendo organizzato questo corridoio ci troveremmo ad avere navi libere che continueranno il pattugliamento al di fuori di questo.

 

Negare che ci siano costi è totalmente illogico, ma questi ormai già li sosteniamo con risultati non soddisfacenti. Razionalizzare vorrà dire se non risparmiare gestire al meglio questi fondi ed avere un risultato soddisfacente, e secondo noi facilitare alle nostre Marine Militari queste operazioni.

 

L’ultima nostra proposta, ma questa forse è a livello legale complessa da raggiungere, è processare i pirati catturati non per atti di pirateria ma per terrorismo. Questo perché molte leggi (vedi quella italiana) non sarebbero applicabili, e paradossalmente non punirebbero questi pirati in modo commisurato al reato commesso.
Il consegnarli alla Somalia, seppur forse il loro regime carcerario è più duro del nostro, non è per altri pirati un fattore scoraggiante, ma sapere di rischiare molto se catturati darà altro contributo a questa lotta.

 

Perché siamo contrari ad armare le navi mercantili, o imbarcare personale di sicurezza a bordo?
Secondo noi questo modo di agire, porterebbe nell’immediato una riduzione degli attacchi, ma parallelamente quelli che si avranno saranno di una violenza maggiore, e la perdita di vite umane, quella si sarebbe un danno e un prezzo altissimo da pagare.

 

LA FORMAZIONE

è stata proposta, e questa volta in ambiente europeo, la costituzione della Accademia Europea della Marina Mercantile, che tutti voi che seguite il nostro lavoro conoscete bene. Il nostro Presidente ha ricordato come è chiaro che la formazione dei futuri lavoratori sarà lo strumento più efficace per creare le condizioni necessarie alla crescita dell’intero settore marittimo, ed aumentare anche la sicurezza sul lavoro e della navigazione. Aumentare la formazione vuol dire avere professionisti che permetteranno all’ Europa di essere competitiva.

I nostri giovani a breve (soprattutto in Italia, ndr) non potranno sostenere un confronto con la concorrenza di altri giovani provenienti da percorsi di formazione di laurea, e questo non fermerà il problema crew shortage.

In questi giorni il Presidente della CONFITARMA ha fatto dichiarazioni che non dovrebbero essere accolte con entusiasmo, ma preoccupare. Parla di giovani attirati da "guadagni consistenti" e di Comandanti di 30 anni, cioè persone che a 30 anni hanno finito la loro carriera e non avranno altre possibilità che navigare fino a 65 anni!
Il dottor Coccia dice, l'Europa si è finalmente accorta dei lavoratori marittimi. Questa persona è Presidente della confederazione armatoriale, e non si è accorto che l'Europa è da molto che si è accorta dei lavoratori marittimi, è che loro armatori ascoltano quello che più gli fa comodo.

ESEMPIO, LA FORMAZIONE CHIESTA DALL'EUROPA E' IN LINEA CON QUANTO SDM SINDACATO DEI MARITTIMI PROPONE DAL 2007, LINEA DIAMETRALMENTE OPPOSTA A QUANTO CONFITARMA E STATO ITALIANO STANNO FACENDO.
DOTTOR COCCIA, SIAMO QUI CI SMENTISCA, SE PUO'!

IL DOTTOR COCCIA DEI GIOVANI, DI COSA CHIEDONO NON SA NIENTE, E' COME SE VIVESSE IN UN MONDO PARALLELO, O PEGGIO VIRTUALE.

 

Se il Dottor Coccia ci vuole smentire, ribadiamo noi siamo qui, anche se non lo farà.

 

TABELLE DI ARMAMENTO

 

Il nostro Presidente ha ribadito che si dovrebbe dare particolare attenzione allo sviluppo di regole sulla composizione degli equipaggi definendo come obiettivi il contrastare il crew shortage ma soprattutto mettendo come priorità il fattore umano, affrontando così realmente l’ affaticamento e stress, causa di molti sinistri con perdite di vite umane e danni ambientali. Come? Spingendo gli Stati membri a ratificare la Convenziole ILO 2006, sostenere la International Maritime Organization (IMO). Azioni a questi livelli richiedono una sinergia, e una collaborazione propositiva di tutti, senza cadere mai nella polemica.

 

Chiudiamo con una domanda: il dottor Coccia dice, l'Europa si è finalmente accorta dei lavoratori marittimi, e voi Dottor Coccia vi siete accorti dell'Europa? Se si esce dal nostro bel paese, le regole sono diverse, e noi ne siamo la prova.

 

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