Sindacato dei Marittimi
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Rischio infettivo

Introduzione. Il lavoro marittimo presenta fattori di rischio complessi legati all’"ambiente nave" che è ambiente di lavoro e di vita. In questo comparto, oltre ai rischi sovrapponibili alle attività di terra (mmc, vibrazioni, rumore, esposizioni a polveri e agenti chimici, lavoro notturno/turno) sono presenti rischi tipici rappresentati da condizioni ergonomiche disagevoli (spazi ristretti, frequenti dislivelli con percorsi di accesso disagevoli), discomfort macro-microclimatico, organizzazione del lavoro, rischio biologico. La valutazione del rischio infettivo deve considerare tra i diversi parametri quelli legati alla nave come ambiente di lavoro, come mezzo in movimento che trasporta il personale imbarcato in aree geografiche con diverse condizioni climatiche e in zone endemiche per malattie infettive, come mezzo di trasporto di merci potenzialmente a rischio.


Materiali e metodi. In questo contributo, con l’esperienza negli ambiti specifici di competenza e con metodo multidisciplinare, sono stati analizzati i fattori di rischio infettivo legati all’attività lavorativa a bordo e alle aree di destinazione. Sono stati considerati: riferimenti legislativi in tema di norme igieniche a bordo delle navi; la patologia infettiva di prevalente riscontro e le possibili condizioni predisponenti legate al lavoro a bordo. Sono state individuate strategie di prevenzione comprese quelle vaccinali. L’obiettivo è stato quello di valutare i rischi professionali infettivi, come previsto dal D.Lgs. 271/99, per attivare programmi di sorveglianza sanitaria in un comparto la cui normativa preesistente ha manifestato carenze che il citato decreto ha integrato, in particolare con l’introduzione del ruolo del medico competente.


Normativa, proposta e discussione. Normative di riferimento. Le norme igieniche a bordo sono state per lungo tempo codificate dalla Legge 16.6.1939 n° 1045 sulle condizioni per l’igiene e l’abitabilità degli equipaggi a bordo delle navi mercantili nazionali, con le integrazioni succedutesi negli anni rapportate alla normativa internazionale. L’introduzione del D.Lgs. 27 luglio 1999, n. 271 sull’adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi nazionali ha sostituito la preesistente normativa ponendo, nel contempo, la necessità di indicazioni attuative ed operative soprattutto per il medico competente, che sostituisce e/o affianca i sanitari di Enti istituzionali preposti precedentemente ai controlli medici. Il decreto impone la valutazione del rischio, la programmazione e l’attuazione delle misure atte a migliorare le condizioni di lavoro e l’idoneità alla mansione specifica, l’informazione e la formazione. Nella prospettiva della prevenzione del rischio infettivo già nel passato vi erano indicazioni normative riguardanti sia l’ambiente della nave che alcune tipologie del personale e possono rappresentano ancora criteri di riferimento. Infatti i locali e/o gli ambienti di una nave dovevano avere parametri di igiene ambientale codificati e sottoposti a controlli periodici da parte degli Enti preposti. L’acqua disponibile sulla nave deve avere due linee di distribuzione (acqua potabile e acqua di consumo). L’acqua potabile, contenuta in cisterne di acciaio inossidabile o cementate, deve avere una manutenzione periodica semestrale certificata dal medico di porto dopo analisi di laboratorio chimico‐batteriologico. L’acqua per consumo umano, distribuita dal sedime portuale attraverso sbocchi presenti in banchina, è controllata attualmente dalle ASL che informano sui controlli gli Uffici di Sanità Marittima (provvedimento 6.12.2000 della Conferenza Stato Regioni). La gestione dei rifiuti della nave deve avere regole di stoccaggio a bordo e di smaltimento codificate, mentre lo smaltimento dei rifiuti sbarcati è normato dal DM della Sanità del 22 maggio 2001. Gli Uffici di Sanità Marittima vigilano su queste operazioni. Il personale addetto alla manipolazione degli alimenti deve, con periodicità annuale, effettuare controlli presso gli organi di vigilanza. Le navi dove è previsto il servizio di ristorazione per i passeggeri sono soggette ad autorizzazione sanitaria specifica rilasciata dall’Autorità Sanitaria Marittima. Pertanto gli standard igienici di ogni tipologia di ambiente della nave e la sicurezza delle fonti idriche e della catena alimentare rappresentano i presupposti della prevenzione di alcuni aspetti del rischio infettivo. Il rispetto delle norme è attuato di solito dalle navi di grande cabotaggio e dalle navi passeggeri mentre le piccole navi sono spesso al limite della soglia della sicurezza igienica.


Patologie infettive prevalenti. Le infezioni trasmesse per via area sono frequenti e provocate da fattori climatici‐ambientali non facilmente modificabili (macro-microclima: passaggi da ambiente esterno ad interno, da ambiente interno caldo ad interno freddo, come sala macchina e cellule frigorifere). Rivestono un ruolo condizioni predisponenti, tipiche del lavoro a bordo, come lo stress psico-fisico e la fatica legati al lavoro a turni/notturno, riposo inadeguato, alimentazione non equilibrata. Le infestazioni da ectoparassiti (pediculosi e scabbia) pongono problemi legati alla disinfestazione della biancheria e degli abiti e possibilità di diffusione agli altri membri dell’equipaggio. Sono frequenti le micosi legate ai servizi igienici comuni (locali docce) e le forme di epidermofizie interdigitali da uso di stivali di gomma. Le infezioni trasmesse per via oro‐fecale (forme dissenteriche da salmonella, coliformi o da c.perfrigens), pongono il problema della conservazione degli alimenti e della tenuta delle cucine e dei frigoriferi. Importanti sono anche le malattie infettive presenti nelle aree geografiche di destinazione legate alla permanenza della nave e alla discesa a terra del personale: malaria, epatite A, tifo, influenza, febbre gialla, amebiasi, meningite meningococcica, oltre alle malattie sessualmente trasmesse. Questi rischi si amplificano per permanenza prolungata. Un particolare rischio di infezione può essere rappresentato dalla presenza di clandestini, privi di controllo sanitario, che rimangono a contatto con l’equipaggio per periodi di tempo anche prolungati, in condizioni igieniche precarie. È da segnalare che nel caso di patologia contagiosa, a bordo della nave può risultare difficile l’isolamento dei malati in ambienti adatti. Un altro parametro da considerare è l’imbarco, durante la navigazione, di membri dell’equipaggio che hanno atteso la nave soggiornando in aree geografiche a rischio.

 

Conclusioni. La prevenzione dei rischio infettivo, deve incentrarsi sugli standard igienici, sulla formazione e informazione, sui programmi vaccinali (1). Le vaccinazioni obbligatorie per il personale marittimo sono la vaccinazione antitetanica (D.M. 16/11/75) e quella anti febbre gialla per gli equipaggi diretti nei paesi compresi nell’area di endemia (L.106/82). In rapporto ai parametri codificati, il medico del lavoro può prevedere un programma di vaccinazioni raccomandate da inserire nella sorveglianza sanitaria.

 

  Mansione
INF
F.G.
MEN
TIF Vi
HAV
TET
HBV
  Personale portuale
X
 
 
 
 
X
 
  Personale marittimo
X
X
X
X
X
X
X

 

Legenda: INF (influenza), F.G. (febbre gialla), MEN (antimeningococcica), TIF-Vi (antitifica parenterale), HAV (anti epatite A), TET (antitetanica), HBV (anti epatite B).

Sanità
Per svolgere l’attività che il lavoro su una nave richiede, occorre essere in buona salute.
I marittimi possono essere soggetti a malattie specifiche a causa della natura del lavoro e della permanenza in paesi terzi.
Assistenza sanitaria
L’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’aviazione civile, ed ai loro familiari aventi diritto, è assicurata in Italia dall’Unità sanitaria locale (ora aziende ASL) nel cui territorio gli interessati hanno la residenza o, se stranieri o apolidi non residenti, temporanea dimora.
Safety & Security
Sentirsi sicuri mentre si svolgono le proprie mansioni a bordo è fondamentale per auto-tutelare la nostra salute e inculumità. Il lavoro in mare espone a rischi particolari e un marittimo ha molte più possibilità di ferirsi rispetto ad qualsiasi altra tipologia di lavoratore.
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